Primi sviluppi dell'Intelligenza Artificiale.
E' difficile dare una definizione di Intelligenza Artificiale (IA) in quando essa è vista sia dal punto di vista ingegneristico (che punta a costruire macchine intelligenti per assistere l'uomo), sia dal punto di vista psicologico (che punta a riprodurre nelle macchine le caratteristiche dell'attività cognitiva umana).
Seppur con idee diverse, i pionieri dell'IA (McCarthy, Minsky, Rochesterm, e Shannon) videro nel calcolatore digitale uno strumento con capacità di elaborazione ineguagliate, quindi uno strumento adatto al confronto con alcuni aspetti della mente umana.
Si cominciarono a sviluppare i primi programmi relativi ad ambiti ben delimitati in cui c'erano solo regole esplicite per l'elaborazione simbolica e poca conoscenza specializzata. Motivo di questo inizio era la scarsa capacità di memoria e di calcolo dei calcolatori di quei tempi.
Successivamente si parte con lo sviluppo di sistemi esperti, dove la conoscenza specializzata nel campo ci porta ad avere buone prestazioni.
La diffusione di queste tecniche di IA ci conferma il successo dal punto di vista ingegneristico, ma cosa possiamo dire dal punto di vista psicologico?
Cosa implica la costruzione di macchine che riproducono caratteristiche essenziali dell'attività umana? Dove si colloca l'IA nell'ambito delle ricerche sul sistema cervello-mente che coinvolgono le neuroscienze e la psicologia?